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La progettazione di Scienze Sociali per la 4°Q (quarto anno del Liceo Delle Scienze Sociali) a.s. 04/05 |
PROGETTAZIONE DEL CONSIGLIO DI CLASSE Classe IV
Q
Punto A all’O.d.g. Obiettivi trasversali sociorelazionali e cognitivi
Viene fatta lettura della parte riguardante la verifica della programmazione didattica del terzo anno di corso (vedi verbale n. 34) che viene qui riportata: “Dagli interventi dei docenti si delinea il seguente quadro della situazione della classe: - complessivamente si può considerare soddisfacente il conseguimento degli obiettivi sociorelazionali. Il comportamento degli alunni/e risulta sostanzialmente corretto, il clima che si è creato tra compagni è positivo e la classe appare disponibile nei confronti degli insegnanti e delle loro proposte e si dimostra capace di lavorare in attività di gruppo, come nel caso dello stage formativo e nella stesura dei dossier. Vi sono stati progressi sia sul piano della correttezza, sia nel rispetto delle regole.
Pure l’attività di stage formativo ha dato esiti positivi sia nell’attività pratica di osservazione, che nella rimotivazione delle ragazze e le sta abituando alla conduzione di una ricerca e nella stesura di un dossier a piccoli gruppi.
Resta ancora da migliorare l’obiettivo riguardante il “mostrarsi motivati e puntuali nel rispetto delle consegne”. Esso verrà quindi riproposto anche per il prossimo anno.
- Più problematico è invece il passaggio dagli obiettivi sociorelazionali a quelli cognitivi. Pur nella differenziazione della classe, che emerge anche nel verbale n. 32, risulta ancora carente la capacità di “produrre messaggi in modo corretto ed adeguato alla situazione comunicativa e allo scopo perseguito”, così come debbono venir potenziate le competenze lessicali e il linguaggio specifico delle varie discipline, nonché la capacità di produrre testi corretti e ordinati sia dal punto di vista formale che contenutistico.
Nonostante il miglioramento complessivo rispetto all’anno precedente le studentesse tendono ancora a ritirarsi di fronte alle difficoltà e l’organizzazione del discorso, sia scritto che orale, è a volte faticosa sia in termini linguistici che logici.
Infine i docenti richiedono alla classe un maggior impegno domestico, elemento che costituisce il tratto più dolente della situazione complessiva.
Le studentesse rappresentanti di classe confermano sostanzialmente il quadro delineato e si faranno portavoce presso le compagne di quanto emerso dal Consiglio”. Per il presente anno di corso vengono quindi proposti i seguenti obiettivi:
Obiettivi sociorelazionali
- potenziare il senso della collaborazione attiva tra compagni; - seguire le attività proposte nei diversi ambiti disciplinari con impegno, puntualità e partecipazione, potenziando la capacità di analisi e di rielaborazione autonoma; - assumere responsabilità e portarle a compimento
Obiettivi cognitivi transdisciplinari
- allargare la competenza lessicale; - riconoscere e usare la terminologia dei settori culturali specifici; - memorizzare dati e concetti, mantenendo continuità nelle conoscenze e rielaborandoli in quadri organici; - produrre in modo chiaro, corretto ed efficace il messaggio orale; - produrre testi scritti di diverso tipo: coerenti, coesi, corretti e appropriati.
Punto B all’O.d.g. Abilità di studio che saranno in grado di fornire allo studente un corretto metodo di studio e di apprendimento
Per il conseguimento dei summenzionati obiettivi si ritiene inoltre indispensabile un metodo di studio da consolidarsi attraverso le seguenti abilità: - saper organizzare il proprio lavoro secondo tempi e modo stabiliti; - saper utilizzare in modo adeguato ogni strumento di lavoro; - saper costruire schemi sintetici; - saper memorizzare in modo preciso ed organizzato le conoscenze dei dati e delle informazioni fondamentali; - saper utilizzare, a seconda delle richieste, le varie tipologie di scrittura.
Punto c all’O.d.g. Realizzazione delle attività di compresenza/codocenza, di percorsi pluridisciplinari, di aree di progetto, di tirocinio/stage, di scambi culturali
Il percorso pluridisciplinare Per il quarto anno di corso, sembra ipotizzabile un percorso capace di coniugare conoscenze disciplinari ed offrire nello stesso tempo un effettivo intreccio e una continua relazione tra saperi e problemi. Questo obiettivo può essere raggiunto individuando nel tema “Le radici della modernità” lo snodo intorno al quale possano convergere le singole discipline. Per facilitare la traduzione didattica del tema si possono individuare alcune parole chiave da tenere presente nella programmazione disciplinare: - (Nascita e sviluppo del)lo Stato moderno - Razionalizzazione - Identità/soggettività - Cambiamento Nei prossimi giorni, il coordinatore di classe contatterà i colleghi del Consiglio di classe, per vedere in quale ambiti possano concorrere alla realizzazione del percorso e fornire, quindi, una mappa concettuale agli studenti perché riescano a farsi un primo quadro globale dell’intersezione dei vari saperi all’interno del percorso pluridisciplinare.
Lo stage formativo La classe durante il quarto anno di corso effettuerà lo stage formativo presso alcune associazioni/cooperative operanti nel Terzo settore (o privato sociale) durante il periodo marzo/aprile (una settimana di sospensione dell’attività didattica). Per preparare in modo adeguato questa attività sono previsti incontri con operatori del volontariato e con esperti del settore no-profit. Al più presto verranno presi dall’insegnante di indirizzo gli opportuni contatti e fornito ai docenti, agli alunni e alle loro famiglie il programma dettagliato. Di questa esperienza gli studenti produrranno una documentazione scritta.
Il Terzo settoreL’esperienza di stage formativo nel nostro Liceo, così come scritto nel piano dell’offerta formativa, “rappresenta il richiamo alla dimensione pratico-operativa. Coniuga il sapere e il fare ovvero le conoscenze e la loro messa in gioco in settori della realtà sociale. Consente all’allievo/a una riflessione su se stesso ovvero sulle proprie capacità relazionali e lo orienta rispetto alle future scelte di studio e di lavoro”. Lo stage formativo, insomma, è conoscenza e azione. E la conoscenza, nell’ambito delle Scienze sociali, è un flusso in continua evoluzione, capace di plasmarsi su una società in rapidissima evoluzione.
Durante il quarto anno i nostri alunni/e del corso Q frequentano, per una settimana, alcune cooperative e associazioni operanti nel Terzo settore o settore no-profit. Questa esperienza appare quanto mai significativa perché lo Stato sociale, in questi ultimi anni, è entrato in una profonda crisi: organizzativa, finanziaria e di legittimità. Le cause della crisi sono molteplici, in ogni caso non sono contingenti e passeggere, ma strutturali e di lungo periodo. La frammentazione sociale che caratterizza l’attuale momento storico sfocia in parte nella chiusura nel proprio “particolare”, ma anche, se si scava sotto la crosta vociante delle rivendicazioni, a forme diverse di impegno.
E’ quest’ultimo un fenomeno silenzioso, eppure consolidato, se già nel 1993 il sociologo Alessandro Cavalli scriveva che fra i giovani “l’impegno pubblico cresce costantemente in una miriade di forme di associazionismo e di volontariato”; interpretazione ribadita, del resto, da Ilvo Diamanti nel 1999 quando afferma che per le giovani generazioni “più che nelle piazze, la loro esperienza di partecipazione avviene nella rete fitta e frammentata del volontariato e dell’associazionismo. Dove il fare è più importante del gridare. Il risultato concreto nel presente è più importante del progetto collettivo per il futuro”. Si diceva in apertura della crisi dello Stato sociale, ora si deve aggiungere che nuove emergenze e nuovi bisogni affiorano nella nostra società.
Proprio nel tentativo di dare risposta a queste nuove domande, e di arginare quelle vecchie, è nato il Terzo settore, una rete costituita dal mondo del volontariato organizzato, dell’associazionismo sociale, delle cooperative di solidarietà che finalizzano la loro attività non alla produzione di utili economici, ma alla soluzione di problemi sociali. L’intento dello stage formativo è quindi quello di mettere in contatto gli allievi/e con la realtà del Terzo settore, nella convinzione che solo un intreccio tra regole politico-amministrative e società civile possa creare un circolo virtuoso in grado di arginare la disgregazione e la deriva sociale.
Al di là della rilevanza sociale, però, altrettanto significativo pare l’incontro personale con “l’altro” che, in questo caso, è qualcuno con cui non si è soliti incrociare lo sguardo: l’anziano istituzionalizzato, il minore a rischio, la donna con problemi di maltrattamento e sfruttamento. E’ vero, la nostra è la società della comunicazione e del contatto, ma comunicazione e contatto tendono sempre più ad essere superficiali, standardizzati, un mordi e fuggi in cui persone simili si trasmettono pensieri uguali, emozioni uniformi, storie commensurabili. Forse la noia della quotidianità, che tutti rimproverano ai giovani, è anche dovuta al fatto che “l’eterno ritorno dell’uguale” non è poi così affascinante nella sua ripetitività.
Perché l’esperienza, quando è vera esperienza, è sempre incontro con l’alterità. Mentre noi, tutti noi, genitori e insegnanti, proprio per non turbare i figli, crediamo sia meglio sottrarre loro ogni impatto con la marginalità, con le situazioni limite, quelle un po’ scabrose che non riusciamo a circoscrivere nel recinto della rispettabilità. In questo modo non viene consentita quella ridefinizione di sé che è condizione di ogni vero rapporto sociale, quel continuo mettersi in gioco, attraverso vari tentativi di prova ed errore, che ci consente di recuperare quel filo rosso che tiene insieme emozioni e pensieri e contribuisce a definire la nostra identità.
Se, come pare, nel prossimo futuro verranno richieste alle persone attitudini quali lo spirito di esplorazione, di intraprendenza e creatività, le buone capacità di autocontrollo emozionale e di applicazione, e anche la capacità di lealtà e cooperazione aperta, l’esperienza di stage formativo nel Terzo settore pare un ottimo punto di partenza per la ridefinizione di sé. A ciascuno dei ragazzi/e della quarta Q, se lo vorranno, l’impegno a portare avanti questo processo.
L’attività di codocenza filosofia-scienze sociali Si ipotizza un percorso su “La teoria delle forme di governo”, che si inserisce in modo organico nel percorso pluridisciplinare e che considerando la società politica come la forma più intensa e vincolante di organizzazione della vita collettiva, può far conoscere e comprendere agli allievi il difficile e faticoso cammino verso la libertà, l’uguaglianza e il riconoscimento.
Il 15% L’attività di stage formativo occupa parte del 15% del curricolo che l’autonomia scolastica lascia alla gestione dei Consigli di classe nell’attività di progettazione. Si reputa però opportuno poter usufruire di altri spazi nel caso si verifichino difficoltà di apprendimento in alcune discipline. E la matematica, come si evince dai debiti formativi, pare essere l’anello debole della catena di apprendimento del gruppo classe. A questo proposito, alcuni docenti si sono offerti di prestare assistenza nelle ore deputate ai loro insegnamenti ad attività di esercitazione e autoapprendimento in questa disciplina. Non paiono infatti praticabili cambi di orario in una realtà complessa quale è quella della nostra scuola.
La professoressa Merola (Inglese), propone inoltre le seguenti attività: - Visita al Teatro Comunale (due ore mattutine quando ci verrà data la disponibilità); - Conferenza della professoressa Tempera (Università di Ferrara) su “Antonio e Cleopatra” di Shakespeare (data da definire); - Probabili incontri (due) sul testo di Shakespeare e possibili rapporti con la musica (tutto ancora da definire); - Conferenza all’Università di Ferrara (professoressa Tempera) sulla letteratura Anglo-Indiana, tema: “L’umorismo” (inteso come confronto con l’altro e l’altrui cultura); scontro/incontro tra identità (22 marzo 2005).
Gli insegnanti del Consiglio di classe, da ultimo, danno la loro disponibilità alla partecipazione degli alunni/e a tutte quelle attività che possano integrare il curricolo e che costituiscano stimoli e arricchimenti del processo formativo.
Punto D all’O.d.g. Definizione dei criteri di valutazione
La valutazione Per quanto riguarda la valutazione si richiamano alcuni criteri consolidati, e perciò si terrà conto de: - l’interesse, l’impegno, la motivazione e il coinvolgimento nel processo educativo; - l’acquisizione di un metodo adeguato agli obiettivi prefissati; - i progressi compiuti; - il livello delle capacità possedute, rapportato alle operazioni cognitive richieste; - la qualità delle competenze e delle conoscenze comuni. Si fa inoltre riferimento alla nuova Carta dei Servizi del Liceo Ariosto (2004) punto 2 e 3 b pagg. 26 e 27.
Ferrara settembre 2004
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