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Associazione "PASSAGGI. Le scienze sociali in classe"   TITANICI MA CONCRETI

Lucia Marchetti

 

 

Carissime e carissimi

 

È parecchio tempo che non ci sentiamo anche se con alcuni di voi ogni tanto ci si scambia qualcosa. L’intensità del lavoro e le cose della vita ci portano a perderci un po’ di vista. Ma i semi sono stati piantati per molti anni e con molta cura per cui continuano a produrre frutti, nonostante le avversità. Sto, naturalmente, parlando del nostro liceo delle scienze sociali, di cui non si vede più nulla, anzi mi capita di trovare documenti di provenienza ministeriale che addirittura lo dimenticano… si tratta probabilmente di un atto mancato, direbbe Freud.

 

Nel frattempo altre cose sono capitate, come ad esempio un proliferare di sedicenti indirizzi di scienze sociali che contengono di tutto e di più, dalle piegature più fantasiose, e più discutibili. Si rischia così di confondere e di perdere la ricchezza del nostro patrimonio di esperienze e di pensiero che a mio avviso non possiamo lasciar sfarinare in un indistinto fiume di banalità e di svilimento.

 

Se ne parlava con Stefania Stefanini pochi giorni fa: noi non abbiamo solo costruito insieme un indirizzo, abbiamo anche delineato e praticato un’idea e un modo nuovo di fare scuola. Forse è adesso il momento di rivendicarlo e di descriverlo per alcuni punti sostanziali per offrirlo prima di tutto a scuole e colleghi che ci si riconoscono, ma anche a istanze politiche locali e nazionali.

autoritratto di Titanico Amarillo

Autoritratto di Titanico Amarillo

 

Ci sono cioè alcuni punti fermi, strategici e imprescindibili che fanno la differenza fra una buona scuola e una cattiva scuola, perché – dobbiamo dirlo forte – questa scuola deve cambiare, ma deve cambiare nel profondo, pena una deriva ormai da tempo cominciata. Allora io comincio lanciando un sasso, la mia idea sarebbe di scrivere insieme una specie di Carta della scuola di pochi essenziali punti in cui noi ci riconosciamo, di farla girare per via telematica finalizzata all’incontro di Sezze del 27-28-29 Marzo 2006 nel quale potremmo ufficializzarla e chiamare al confronto l’università e la politica.

 

Comincio quindi a indicare i punti. Vi chiedo di intervenire, correggere, togliere, ma l’idea sarebbe di non fare un documento lungo, poche pagine agili, facili da comprendere e, soprattutto tali da coniugare grande cambiamento ed esperienze consolidate. I punti non sono in ordine di importanza e vanno tutti declinati

 

  1. AUTONOMIA e COSTRUZIONE DEL CURRICOLO

  2. LAVORO INTEGRATO TRA DOCENTI NEL CONSIGLIO DI CLASSE

  3. RIVISITAZIONE PROFONDA DEI SAPERI E INSEGNAMENTO INTEGRATO

  4. INTEGRAZIONE FRA IL DENTRO E IL FUORI (della scuola, della classe)

  5. STAGE (secondo un modello a cui noi abbiamo molto lavorato di profonda integrazione fra pensare e fare. Cfr. il nostro libretto)

  6. ATTENZIONE ALLA RELAZIONE EDUCATIVA.( Individuare alcuni momenti ed esperienze e a questo scopo. Uno stesso gruppo di docenti segue la classe nel quinquennio. Costruire esperienze di patti educativi con le famiglie)

  7. RAPPORTO TRA SAPERI E IDENTITA’

 

Forse ho tralasciato qualcosa di importante che vi invito ad aggiungere. Per ora mi fermo qui. Non sono così ingenua da nascondermi le conseguenze che deriverebbero da tali scelte, ma a mio avviso non è possibile pensare a una politica dei piccoli passi, occorre che almeno sia chiara la direzione. Magari, utilizzando l’istituto dell’autonomia, potremmo pensare ad una Rete di scuole che si riconoscono in un’idea e in un progetto e lo praticano, appoggiate anche dalle amministrazioni locali. Insomma per ora immaginiamo cosa sarebbe bello e possibile.

 

Vi saluto affettuosamente

lucia

 

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