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PIANO DI LAVORO                

   Piano di lavoro Scienze Sociali classe 1 R  (primo anno Liceo Delle Scienze Sociali) a.s. 05/06

 

 

Liceo Classico L. Ariosto Ferrara Indirizzo di Scienze Sociali Classe 1 R
Insegnante Lucia Marchetti Scienze sociali e Antropologia culturale

 

Piano di lavoro

 

 

“L’uomo che trova dolce la sua patria non è che un tenero principiante;
colui per il quale ogni terra è come la propria è già un uomo forte;
ma solo è perfetto colui per il quale tutto il mondo
non è che un paese straniero”

Ugo Da San Vittore, XII° secolo

 

“La nostra scienza è giunta alla maturità il giorno in cui
l’uomo occidentale ha cominciato a rendersi conto che
non avrebbe mai capito se stesso, finché sulla faccia della terra
una sola razza o un solo popolo fosse stato da lui trattato come oggetto”.

Claude Lévi-Strauss, Elogio dell’antropologia, 1960

 

“La nuova frontiera non è quella di costruire macchine
sempre più potenti e di abituarci ad ingurgitare incredibili quantità di informazione,
ma quella di imparare a salvare il tempo necessario
per la riflessione e per l’incontro con l’altro”.

Giuseppe Mantovani, L’elefante invisibile, 1998

 

 

 

Il liceo delle Scienze Sociali

 

“Il nuovo Liceo delle Scienze sociali organizza la mappa dei suoi saperi intorno ad un oggetto privilegiato, la società contemporanea complessa, ne analizza le strutture, il tipo di stratificazione, le dinamiche formative, la pluralità delle culture, le articolazioni normative ed economiche e la dimensione psicologica dei comportamenti individuali e collettivi. Si tratta di un oggetto in continuo e radicale mutamento, dagli intrecci spesso imprevedibili e opachi che possono condurre a interpretazioni fuorvianti, poiché la rapidità delle trasformazioni non lascia tempo alla riflessione e al controllo. Parallelamente le nuove generazioni di studenti portano a scuola atteggiamenti ed esperienze notevolmente diversi da quelli di precedenti generazioni, vi è la tendenza a vivere nei micro-rapporti quotidiani e a combinare individualismi e universalismi e a perdere memoria del passato. Diventa così importante acquisire strumenti per vivere nel cambiamento e per riconoscere se stessi e la propria storia. (…)

Lo scopo dell’indirizzo è dare risposta a diffuse esigenze che provengono dalla società e dalla cultura di acquisire saperi e competenze nel campo delle scienze sociali tali da comprendere e decodificare la complessità del mondo contemporaneo e da provocare comportamenti adeguati e consapevoli.

Le finalità dell’indirizzo sono configurabili sia nell’offerta di basi culturali e di strumenti di orientamento per la prosecuzione degli studi a livello post-secondario e universitario, sia nella costruzione di pre-requisiti per attività rivolte al sociale con prevalenti valenze formative riferite ad aspetti relazionali, di comunicazione, di organizzazione e di ricerca in ambito sociale.

L’esito formativo di questo percorso è la consapevolezza che l’acquisizione di strumenti teorici e una lunga pratica di riflessione e di confronto, sono le condizioni imprescindibili per ogni attività di tipo sociale. (...)

 

Dal progetto di Liceo delle scienze sociali, Liceo L. Ariosto, 1999

 

 

Il biennio

 

Il nostro progetto affida al biennio il compito di avviare la costruzione di abiti mentali adeguati attraverso un approccio integrato tra le discipline che si dovrebbe concretizzare in percorsi che correlino la dimensione personale a quella sociale, il micro al macro, la linea diacronica a quella sincronica. Sul piano delle competenze il Dipartimento ha così riformulato la loro articolazione:

 

Lettura della società
– ha preso consapevolezza che l’oggetto società va ‘smontato’ in diverse componenti, fortemente interconnesse;

- sa ricondurre a campi di sapere le diverse componenti;

- ha acquisito una discreta dimestichezza nel riconoscere la dimensione culturale dei fenomeni.

 

Lettura del rapporto io-altri
– sa riconoscere i diversi punti di vista e mettersi nei panni dell’altro;
- comprende che la molteplicità dei punti di vista può essere ricchezza e non solo conflittualità;
- riconosce il ruolo della classe come gruppo di lavoro e adegua il suo rapporto riconoscendo la propria specificità;
- è diventato/a più accorto/a e prudente nell’osservazione dei fenomeni;
- è curioso/a di scoprire, è aperto/a all’imprevisto;

- sa coniugare la riflessione su di sé e sulle dinamiche relazionali alle letture e ai contributi delle scienze sociali.

 

L’elenco sopra riportato richiede una buona collaborazione tra docenti del Consiglio di classe e una forte integrazione tra le discipline così che al curricolo esplicito si colleghi un curricolo implicito legato ai comportamenti e a pratiche coerenti.

L’esito formativo di questo percorso è la consapevolezza che l’acquisizione di strumenti teorici e una lunga pratica di riflessione e di confronto, sono le condizioni imprescindibili per ogni attività di tipo sociale. (...)

 

 

Gli obiettivi sociorelazionali e cognitivi

 

Lo studio delle scienze sociali offre un contributo significativo alla formazione della personalità e a quello di una cultura generale. Infatti consente agli/le studenti di riflettere sulle dinamiche fondamentali del loro sviluppo e di analizzare secondo un'ottica il più possibile 'scientifica' i processi fondamentali in atto nella realtà circostante.

Conoscenza di sé e coscienza critica del mondo sono obiettivi formativi a cui dovrebbe tendere ogni fatto educativo e culturale.

Un secondo obiettivo, più concreto, consiste nel fornire ai ragazzi un metodo di studio che consenta loro di affrontare con competenza e sicurezza il lavoro scolastico in primo luogo, ma anche di 'leggere' con qualche strumento in più l'esperienza del quotidiano.

 

Gli obiettivi sociorelazionali e cognitivi delle scienze sociali coincidono con quelli indicati dal Consiglio di classe, perciò vengono in gran parte riportati.

 

In particolare la pratica didattica sarà orientata a motivare la partecipazione dello/a studente alla costruzione della propria formazione e a curare il clima di classe attraverso attività che valorizzino il singolo e il gruppo sulla base di un confronto franco e sereno e fondato sulla collaborazione tra compagni e tra allievi e insegnante.

 

Nell'ambito disciplinare indico le seguenti attività:

- illustrazione dell'indirizzo nelle sue linee generali e in particolare nel biennio

- consegna preventiva del piano di lavoro e giustificazione delle scelte e dei percorsi (CONTRATTO PEDAGOGICO)

- interruzione in itinere per fare il punto, per riflettere sull'attività, per ritornare al piano di lavoro e per analizzare l'apprendimento (METACAPACITA')

- coinvolgimento degli studenti anche in fase di verifica, attraverso la richiesta di previsioni sul tipo di prova più coerente col lavoro svolto, di giudizi (facoltativi) sul tipo di prova e sulla sua rispondenza col lavoro svolto

- discussione sui risultati delle verifiche

- valutazione degli allievi sull'andamento della classe, sul profitto e sulla crescita culturale

- valorizzazione di un clima piacevole e disteso nel lavoro di classe.

 

 

Le abilità di studio

 

Sulla base delle scelte operate dal Consiglio di classe l'attività dell'indirizzo si concentrerà su:

 

LESSICO. Potenziamento della competenza lessicale. Gli allievi terranno una rubrica dei termini specifici, inoltre faranno esercizi sui termini attraverso il vocabolario o altri testi.

 

LETTURA-COMPRENSIONE. Gli allievi saranno addestrati a diversi scopi di lettura, prima di tutto la comprensione attraverso esercizi di previsione del contenuto a partire dal titolo, comprensione del 'succo' del brano, individuazione di nessi logici e delle parti fondamentali, discriminazione tra l'essenziale e il secondario, fra il generale e lo specifico, fra il concetto e l'esempio, memorizzazione.

 

LETTURA-SINTESI-PRODUZIONE. Ricomposizione dei concetti-chiave attraverso SCHEMI che ne evidenzino i rapporti (causa-effetto, correlazione, prima-dopo, congruenze, incongruenze..) e TESTI ORALI e SCRITTI.

 

Gli allievi saranno inoltre abituati a:

- riconoscere le differenze tra tipi di libro diversi

- usare il testo in modo competente (citazioni, uso di indici e titoli per individuare i contenuti fondamentali di un testo)

- capire una bibliografia

- stendere una relazione

- scrivere un verbale

- elaborare indagini semplici nell'ambito della famiglia

- usare il computer

- parlare per esporre un argomento, per discutere, per argomentare, per difendere una tesi...

- tenere in ordine il quaderno.

 

 

I contenuti

 

“ Il tema unificante dei diversi percorsi disciplinari è società-modelli culturali. Si tratta di un tema multiprospettico entro il quale è possibile progettare percorsi e moduli diversi che, tuttavia, richiamano la chiave interpretativa del curricolo, quella storico-antropologica. Esso, inoltre, realizza  la necessaria aggregazione tra diverse prospettive disciplinari, ma insieme consente di riconoscerne le specificità ” (Progetto del Liceo delle scienze sociali, Liceo “Ariosto”, 1999)

La progettazione si articola su due livelli: uno integrato e pluridisciplinare e uno specifico.

 

 

 

A. I percorsi pluridisciplinari o mappe del tema comune

 

 

Società-modelli culturali

 

Una buona parte del lavoro di consiglio di classe è organizzata su tre grandi mappe, che abbiamo chiamato ‘percorsi pluridisciplinari’, ma potrebbero diventare ipertesti da tradurre in power point, magari prodotti dagli/le studenti alla fine di ogni trattazione, e questi percorsi hanno una chiave interpretativa comune di carattere storico-antropologico.

 

A.1. Per una lettura della società

Le discipline coinvolte in primo piano sono: storia, diritto, economia, in secondo piano antropologia e scienze sociali, linguaggi non verbali e scienze naturali.

Questo percorso ha come fulcro il concetto di società di cui privilegia la dimensione economica e giuridica. Le discipline di indirizzo interagiranno con la storia, il diritto-economia e i linguaggi non verbali nel far emergere il tema dei bisogni fondamentali della specie attraverso una prima fase di attivazione di domande e di ipotesi a cui la classe dovrebbe cercare di rispondere sui bisogni fondamentali e per contribuire alla problematizzazione del concetto di bisogno per giungere a una prima definizione condivisa del concetto di società. In particolare studieremo alcuni modelli di comunità primitive attraverso alcuni indicatori: i bisogni di sopravvivenza, nutrirsi, difendersi dagli animali, stabilire regole, riprodursi, ruoli maschili e femminili. Il territorio e l’economia. Il potere. Riti, magia, superstizione. La cultura.

 

Letture

 

Dal manuale: modulo 1 - Il comportamento umano: fattori innati e condizionamento culturale
                  modulo 10 - Popolazione e territorio
                 
 modulo 14 - Le società e le culture

- Margaret Mead, Sesso e temperamento, Garzanti, Milano 1979
         .  Gli Arapesh della montagna
         .  I Mundugumor del fiume
         .  I Ciambuli del lago

 

- Claude Lévi Strass, Tristi tropici, il Saggiatore 1997
         .  I Bororo e la struttura delle abitazioni

 

Si ricaveranno particolari contributi per i due temi individuati dal Consiglio di classe:

  1. Uomo e ambiente: abitare e vivere in comunità

  2. La figura femminile nelle societàantiche

 

A.2. Cultura-individuo-interazione sociale

Le discipline coinvolte sono: italiano, antropologia, psicologia, scienze naturali, educazione motoria, linguaggi non-verbali.

Questo percorso privilegia la dimensione psico-sociologica e comunicativa e trova un’integrazione forte nel problema delle radici, della ‘genealogia’, nel bisogno di interazione, o nella necessità di comunicazione e di coesione sociale.

 

a. Un primo percorso sarà costituito dal chiarimento del concetto di comunicazione in:

- Manuale, modulo 6 La comunicazione interpersonale

 

b. Un secondo contributo delle scienze sociali sarà al percorso: rapporto io-famiglia, io-natura, io-animali in collaborazione con italiano ed eventualmente scienze naturali.

 

c. Un terzo contributo sarà alla comunicazione nel gruppo umano nel ciclo di vita e in particolare si analizzerà il ruolo del linguaggio nel rito e nella organizzazione dei primi gruppi umani.

 

Letture

- A.Van Gennep. La nascita e L'infanzia in I riti di passaggio, Boringhieri, Torino pp.43-48; 54-56

- H.Smadja, L'educazione del bambino Wolof in Psicologia Contemporanea

- M. Mead, La nascita di un bambino Arapesh e Crescita e iniziazione di un ragazzo Arapesh in Sesso e temperamento, cit.

- V.Propp, La radici storiche dei racconti di fate, individuazione delle forme simboliche dei riti di passaggio

 

A. 3 . Culture e visione del mondo.

Le discipline coinvolte sono: scienze naturali, antropologia culturale, italiano religione, storia, linguaggi non verbali, scienze motorie.

Questo percorso rende più evidente il modo in cui le comunità esprimono le loro capacità umane, la loro ‘immagine del mondo’, cioè la dimensione culturale.

In questa mappa i contributi dell’antropologia e delle scienze sociali andranno in due direzioni:

 

a. Società e aggressività

Letture

- Manuale modulo 1 - Aggressività: naturale o acquisita?

- L’aggressività nelle tre culture analizzate da M.Mead e tra i Bororo in Lévi-Strauss
- L’aggressività e dinamica di gruppo: un esempio, la banda giovanile

Eventuali ricerche di gruppo sul tema dell’aggressività

Incontro con i poliziotti di quartiere su:

- Aggressività e vita urbana: le nuove risposte della città.

 

b. La cultura come connessione tra mondo ideale e vita quotidiana

La cultura come mappa che racconta una storia. Incontri e scontri multiculturali

Lettura

G. Mantovani, L’elefante invisibile, Giunti, Firenze 1998

 

 

B. Temi specifici

 

 

SCIENZE SOCIALI

 

Una via per avviare l’incontro con i saperi disciplinari, ma per tenere aperta l’attenzione alla prospettiva storica e antropologica è lo studio del rapporto infanzia-società. Questo percorso consente allo/a studente di ripercorrere la propria storia attraverso la narrazione e di collocarsi in un tempo e in uno spazio. Qui leggeremo:

- Ph .Ariès, Voce INFANZIA, Enciclopedia Einaudi
- Integrazione con il percorso A2 sulla relazione Io-infanzia, Io-natura, Io-famiglia, Io-altri … in collaborazione con Italiano (vedi sopra)

 

L’idea è quella di seguire le tappe evolutive della vita individuale, le determinanti biologiche, culturali, l’incontro con l’altro –la madre- e gli altri, dalla nascita alla maturità. Quindi, dopo un ingresso che pone il problema dell’infanzia come ‘cifra’ di una società e di una cultura, come luogo antropologico dell’origine e della esperienza, si osserverà

 

1. Rapporto tra eredità e cultura

   - le determinanti biologiche e culturali del comportamento;

   - le differenze culturali nell'allevamento dei bambini
     (interrelazione con i percorsi di Antropologia culturale)

 

2. La comunicazione, il linguaggio, la percezione

Elementi fondamentali della interazione umana, il linguaggio non verbale, la prossemica, la pragmatica della comunicazione, la comunicazione nella prima infanzia, il linguaggio

 

3. La socializzazione nell’infanzia e dopo l’infanzia

Dalla prospettiva egocentrica a quella relazionale, l’attaccamento, sviluppo delle abilità di assunzione di ruoli, norme e valori, la socializzazione come processo che dura tutta la vita

 

4. L’influenza sociale: assunzione di ruolo e concetto di sé

La capacità di assumere un ruolo, problemi nella costruzione del concetto di sé

 

Letture

- Manuale, modulo 2 - Ciclo di vita: l’infanzia

               modulo 6 - La comunicazione interpersonale

               modulo 8 - L’influenza sociale

 

 

ANTROPOLOGIA CULTURALE

 

Questa prospettiva fa della dimensione culturale il suo oggetto e una via privilegiata per comprendere il comportamento individuale e collettivo. In modo organico con la prospettiva evolutiva osserva  il ciclo di vita  e i riti che sottolineano alcuni passaggi fondamentali, dalla
nascita alla morte

 

- Antropologia culturale e il problema del metodo

In N. Martino, L’osservazione in antropologia in Ziglio,Boccalon, “Lei vede ma non osserva…”, Utet, Torino 2002

 

- Il rapporto cultura-natura nel ciclo di vita è letto attraverso lo studio del fenomeno rituale

Letture

Manuale, modulo 1- Il comportamento umano: fattori innati e condizionamento culturale

             modulo 10 - Popolazione e territorio

             modulo 14 - Le società e le culture

 

- F.Capone, Eliza e Zuri in I Ventagli/C, pp.5-7

- Voce RITO in Enciclopedia Garzanti, cit.

- A. Van Gennep. La nascita  e  L'infanzia in I riti di passaggio, Boringhieri, Torino pp.43-48; 54-56

- H. Smadja, L'educazione del bambino Wolof in Psicologia  Contemporanea

- B. Malinowski, Spiriti e paura del cadavere in Magia, scienza e religione, Newton Compton, Roma 1976

 

Il fenomeno della trasmissione culturale e dell’incontro-scontro tra culture viene osservato in un testo di psicologia culturale la cui lettura occuperà i due anni del biennio.

– G. Mantovani, L’elefante invisibile, Giunti, Firenze 1998

 

 

 

Criteri di valutazione

 

Coincidono con quelli adottati nel Consiglio di classe. Sarà cura dell’insegnante informare sempre gli studenti e le studentesse dei loro risultati sul piano del profitto e del comportamento in classe e sarà loro responsabilità comunicare ai genitori ogni dato rilevante.

 

 

 

L’insegnante
Lucia Marchetti

Ferrara, Ottobre 2005

 

 

 

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