Tarantola |
Classificazione |
||
Regno: | Animalia | |
Phylum: | Arthropoda | |
Subphylum: | Chelicerata | |
Classe: | Arachnida | |
Ordine: | Araneae | |
Sottordine: | Orthognatha | |
Famiglia: | Teraphosidae | |
Genere: | - | |
Specie: | - | |
Nome comune: | Tarantola, Migale | |
Caratteristiche |
||
Descrizione: | Questi grandi ragni hanno il corpo lungo fino a 12 centimetri (ma, se misurati da una zampa a quella opposta, raggiungono i 18 centimetri), diviso in prosoma e opistosoma. Sono rivestiti di peli sul corpo e sulle quattro paia di arti e presentano una colorazione che varia dal marrone chiaro al nero con motivi rosati, marroni, rossi o neri. Ai lati della bocca recano una coppia di cheliceri muniti di uncini ed una coppia di piedipalpi simili a zampe, aventi funzione sensoriale ma utilizzati dal maschio anche per trasferire lo sperma. Sulla parte frontale del carapace portano raggruppati otto piccoli occhi. | |
Habitat e distribuzione: | Sono
cosmopoliti, diffusi soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali,
in deserti, foreste e svariati ambienti aperti.
Gli esemplari di alcune specie vivono sugli alberi,
altri scavano ricoveri sul suolo. |
|
Alimentazione: | Molte
terafosidi cacciano al suolo di notte,
cercando artropodi e piccoli vertebrati come rane, topi, lucertole;
usando i grandi cheliceri, sminuzzano la
preda, rigurgitano i succhi gastrici su di essa
e risucchiano il liquido che ne deriva. |
|
Riproduzione: | Le
femmine depongono una massa di uova in
piccole buche nel terreno; la sacca ovigera
può essere grande quanto una pallina da golf e contenere fino a 1000
uova circa. I piccoli rimangono nella buca fino alla prima muta
e poi si disperdono per reperire il
cibo e scavare un proprio ricovero. |
|
Altre informazioni: | In
origine il nome “tarantola” designava i ragni lupo (Licosidi)
dell’Europa meridionale, ma oggi è
impiegato molto più frequentemente per le specie della famiglia dei Terafosidi.
Le grandi dimensioni di questi ragni hanno indotto molti a credere che
il morso delle tarantole sia letale, in realtà
solo alcune specie, quelle più piccole, sono velenose. Diverse specie
di questa famiglia vivono 10-30 anni e alcune sono tenute in cattività. |
|
Note museologiche |
||
Stato di conservazione: | Ottimo | |
Interventi conservativi applicati: | Nessuno | |
Fornitore: | Esemplare
donato alla scuola dal Prof.
Ruggero Lunghi |
|
Anno di acquisto: | 2005 (Omaggio) | |
Numero di inventario vecchio: | - | |
Numero di inventario nuovo: | - |