Una teoria di carri, cavalli e cavalieri, trattori e gente a piedi attraversa i margini settentrionali del Parque Nacional de Doñana. È la romerìa, la processione dei mèmbri delle hermandades (le confraternite) che ogni Pentecoste, dopo aver percorso centinaia di chilometri, giungono in questo piccolo angolo di Andalusia per rendere omaggio a Nuestra Señora del Rocío. Sintesi suggestiva dei diversi volti della Spagna tradizionale, il pellegrinaggio a El Rocío coniuga un clima di fiesta dal sapore ancora vagamente pagano alla devozione che ha resistito alla dominazione musulmana. La lunga carovana raggiunge il villaggio nella giornata di sabato; le confraternite, in ordine di anzianità, si presentano davanti al santuario mariano, salutate dalla confraternita madre di Altomonte. Ci si accampa, nel bagliore dei primi fuochi e i primi accordi di chitarra. A partire dalla sera vanno alternandosi momenti di raccoglimento ed esplosioni di festa, quando il ritmo lento della preghiera cede il posto ai passi sensuali del flamenco. Durante la notte, le confraternite attraversano più volte il villaggio recitando il "Salve Regina". L'ultimo giorno, un mare di braccia porta la statua della Vergine in processione. C'è appena il tempo di salutarsi: la lunga strada del ritorno attende i pellegrini. |