Domaine de la Palissade: gli ecosistemi

Azioni di protezione e salvaguardia

Nell’ambito del progetto de “La Conservazione” un ruolo rilevante spetta al territorio della Palissade. È in Camargue che la Palissade acquista il suo primo grande dominio, Domaine de la Palissade mappa (L)sotto il comune di Arles. Costituita da 700 ettari questa proprietà è la sola della Camargue a non essere arginata; essa subisce le inondazioni del Rodano e le piene salate delle tempeste dell'est che formano un passaggio naturale dentro una Camargue per lo più artificiale. Nel caso della Palissade la gestione è assicurata da un sindacato misto precisando che il possedimento del suo dominio è assegnato agli abitanti locali dove degli organismi tecnici, competenti gestiscono questi ambienti; la legislazione ha stabilito un collegamento tra il nuovo organismo dello stato e la collettività locale permettendo l’associarsi al dipartimento del Bouches-du-Rhone e la città d'Arles. L'apertura al pubblico è fin dall'inizio orientata naturalmente verso le scuole in visita nella giornata. Questo dominio della Palissade offre così al pubblico la gioia di scoprire questo mondo chiuso che è la Camargue.

Le Sansouires

Le Sansouires (L)Le Sansuirè, termine che deriva dal provenzale "Sansuirò", rappresentano i luoghi umidi della Camargue, simili alle zone deltizie di tutto il mondo. Esse sono delle terre basse, fangose, la cui salinità e la durata di sommersione (copertura dalle acque) determinano l’abbondanza del manto vegetale. A sua volta esso condiziona la presenza di un'avifauna più o meno importante. Nelle sansuirè (o barene alluvionali) più salate (più di 5 g\l.), la Salicornia (Arthrocnemum glaucum), solo e unico vegetale dominante, occupa dal 20% al 30% della superficie: si sviluppa a ciuffi e si secca totalmente in estate. Il terreno forma delle crespe, disegnando un reticolo coperto di sali cristallizzati.

I branchi di tori e cavalli che vanno a riposarsi in questa zona contribuiscono a ridurre la vegetazione perché la calpestano. Per la debole copertura vegetale, le barene sono povere dal punto di vista zoologico, e la fauna è costituita principalmente da uccelli nidificanti poco numerosi: il gruccione a collo corto, l'allodola dei campi, l'occhione gridatore. In inverno, quando la zona che in estate è secca si riempie d'acqua, fanno la loro apparizione anatre e trampolieri. I cinghiali, anche se attraversano spesso la zona, non vi si fermano poiché sono troppo esposti ai fucili dei cacciatori (mancando la vegetazione non possono nascondersi).

Le Engane (L)Le Engane

Al bordi degli stagni e delle paludi dolci, di origine alluvionale, la salinità più tenue (meno di 5 g\l di sale) permette una copertura vegetale più fitta chiamata "Engane". È una superficie quasi impenetrabile, costituita per la maggior parte di Salicornia (Salicornia fruticosa). Vi si trova anche, qua e là, qualche altra specie come l’atriplice porcellana (una specie di bietola), l'inula o la sardella.  Grazie a questa vegetazione più varia e abbondante gli uccelli nidificanti sono più numerosi, e vi trovano rifugio. Sono presenti capinere, allodole, boarine, vanelli. Si trovano anche dei trampolieri come le glareole. I numerosi sfruttamenti idraulici e agricoli, effettuati negli ultimi 20 anni, hanno provocato la regressione delle Sansuire. Esse non rappresentano ormai che 14.000 ettari facenti parte della Riserva Nazionale della Camargue.

Stagni aperti (L)L’ultimo paesaggio della Camargue fluvio-lacustre è quello delle terre che costeggiano gli antichi alvei e gli attuali bracci del Rodano. La mancanza di vegetazione autoctona è dovuta alle trasformazioni apportate all’ambiente connesse con le nuove e differenti situazioni economiche. Le sponde del Rodano, ricche di acqua dolce, sono luogo di sviluppo di fitti boschi di robinie, salici, olmi, frassini e gattici. Tra gli uccelli: sgarze ciuffetto, nitticore, falchi, ghiandaie, upupe e civette. Tra i mammiferi è da ricordare il castoro del Rodano, che qui trova cibo in abbondanza.

Le saline

La produzione del sale, a carattere industriale più che agricolo, è forte ma ha un margine di guadagno minimo.  Inoltre la tendenza attuale non è più favorevole alla raccolta estensiva, ma quella intensiva.

La produzione di sale marino deriva da un circuito artificiale d'acqua, concepito per aumentare la concentrazione del sale, quindi il suo deposito e la sua raccolta.  Le saline possono essere divise in due grandi zone di produzione: la pre-raccolta del sale nelle saline e la concentrazione che si effettua negli spazi di essiccazione.

All'inizio della primavera il circuito è alimentato dell'introduzione di acqua pompata dal mare.  Quest'acqua contiene circa 35 g. di sale per litro. Queste sono lagune ben organizzate, infatti la successione e la profondità diminuiscono permettendo di concentrare il sale fino a 100 g. per litro d'acqua.  L'acqua del mare è quindi diretta, per gravità, verso gli spazi di essiccazione. Domaine de la Palissade gruppo (L)L’accrescimento della salinità fino a 270 g. per litro, causato dall’evaporazione dell’acqua, provoca la cristallizzazione del sale, a partire dall'inizio di maggio. Questo è raccolto meccanicamente in settembre e accumulato nei depositi. In tal modo le saline sono povere di piante acquatiche, che però costituiscono una microfauna importante per il nutrimento di varie specie di uccelli. Spazi di essiccazione permettono comunque la proliferazione di un’alga rossa, la Dunaliella salina, e di un piccolo crostaceo che se ne nutre, l'Artemia salina. I loro pigmenti colorano di rosa l'acqua degli spazi di essiccazione.

Evidentemente, le lagune sfruttate vedono il loro regime idrico invertito (alto livello di salinità in estate, basso in inverno), anche se le conseguenze a distanza sono limitate. D'altra parte, delle popolazioni di uccelli come i fenicotteri rosa trovano in Camargue, nelle saline di Giraud, una tappa essenziale della loro riproduzione.

Gli stagni salmastri sono caratterizzati dalla bassa sansuria e dalle numerose anatre, che vengono a trascorrere qui l'inverno insieme ai germani reali e alle folaghe.  In estate invece vi sono gli aironi, sia rossi che cenerini. Lo stagno della Vaccares e alcuni stagni inferiori sono ecologicamente la zona più importante della Camargue lagunare per via del loro clima relativamente mite, per l'abbondanza delle acque e per la diversità degli ambienti salmastri.

Si è reso necessario tutelare queste zone classificandole come Riserva Naturale e permettendo alla vegetazione di prosperare, offrendo così, durante tutto l'anno, una notevole risorsa per le differenti specie di animali migratori e stanziali che vivono in questo ambiente.