Impianti idrovori

Sono così denominati gli impianti utilizzati per il sollevamento meccanico di acqua nelle bonifiche, allo scopo di assicurare il drenaggio di terreni che si trovano permanentemente o in determinate circostanze (piene) al disotto del livello dell’acqua dei recipienti naturali (mari, fiumi). La qualifica di idrovori è, a volte, anche usata per gli impianti che sollevano acqua destinata all’irrigazione.

Per lo stesso scopo, nel passato, si utilizzarono ruote idrauliche e motori a vento, ma il problema fu affrontato con maggiore efficacia grazie alla diffusione delle macchine a vapore. Le motrici a vapore furono gradualmente soppiantate, dopo il 1900, dai motori a gas povero (una miscela naturale di metano ed etano) prima, e poi da quelli diesel (a nafta o gasolio). Successivamente, lo sviluppo dei motori elettrici ha reso possibili soluzioni tecniche più idonee in vari casi applicativi. Le macchine idrovore oggi generalmente adottate sono le pompe a elica, utili per piccoli dislivelli e grandi portate, e le comuni pompe centrifughe negli altri casi.

Nel corso della bonifica meccanica degli ultimi 150 anni e, ancora oggi, per garantire il mantenimento dell’assetto idraulico del territorio, diversi sono i tipi di macchine idrovore utilizzate. Tra le più diffuse vi sono la:

Disegno storico di ruota idrofora a palette (simile alla ruota a schiaffo) (CB)Ruota a schiaffo - Utilizzata nelle zone del Delta del Po tra il 1873 e il 1888, sfrutta la forza motrice fornita da una macchina a vapore a bassa pressione; la ruota è munita di cassetti ed ha un’ampiezza generalmente di una decina di metri. Ruotando, l’acqua ristagnante viene caricata sui cassetti della ruota e rilasciata, per gravità, in un altro punto. Questo sistema di sollevamento dell’acqua è stato abbandonato, dopo pochi anni, a causa della sua scarsa capacità di sollevamento (1 metro circa), del troppo dispendio energetico e del costo assai elevato.

Disegno storico di turbina a motore orizzontale (CB)Pompa centrifuga - Impiegata dal 1888 ai giorni nostri era inizialmente alimentata da una macchina a vapore, sostituita nel tempo dai motori diesel e dall’energia elettrica. L’acqua viene aspirata, da una ruota a pale, all’interno di una camera cilindrica e viene poi immessa, accelerata dalla ruota stessa, nel condotto d’uscita. Le pompe centrifughe possono essere ad asse verticale o ad asse orizzontale.

Pompa ad elica sommersa - È la più utilizzata al giorno d’oggi. Alimentata dall’energia elettrica e munita di poche pale, l’elica è immersa nell’acqua che deve essere sollevata e ruota all’interno di un tubo cilindrico. La rotazione dall’elica serve, non tanto a trasferire energia cinetica all’acqua, quanto a sollevarla generalmente fino a quattro metri.

Un ulteriore manufatto utilizzato per il controllo delle acque è la chiavica. Munita di paratoie manovrabili che interrompono gli argini di un canale, crea negli stessi un varco attraverso il quale le acque di scolo, provenienti dalle campagne, si scaricano nel canale in periodo di magra; nei periodi di piena, le paratoie della chiavica impediscono l’accesso delle acque del canale alle campagne contigue, poste a quota inferiore al livello di piena.