Costruita accanto a un’antica chiesa del VI secolo, l’Abbazia di Pomposa nel X secolo passò dalla Santa Sede sotto la giurisdizione della Chiesa Ravennate, che avviò in questo periodo numerosi interventi di bonifica delle zone paludose circostanti, operati dai monaci Benedettini. Pomposa fu quindi elevata da Ottone III, Re di Germania ed Imperatore, ad abbazia reale, ed il suo abate esercitò oltre al potere ecclesiastico anche quello civile, con il titolo di principe dell’Impero. L’Abbazia acquistò, così, grande potenza e divenne un rinomato centro di cultura per la biblioteca sorta nell’XI secolo: vi soggiornarono uomini celebri come S. Pier Damiano, Federico I Barbarossa, Dante, Giotto e Guido d’Arezzo, che vi attuò la celebre riforma musicale introducendo l’uso delle linee nella notazione e adottando un sistema mnemonico per l’esatta intonazione dei gradi della scala (esacordo). La rotta del Po, avvenuta nel XII secolo a Ficarolo, fu l’inizio del degrado ambientale che distrusse lentamente il lavoro di bonifica attuato dai monaci. Verso la fine del ’400 le condizioni malsane dell’ambiente costrinsero quindi i Benedettini ad abbandonare il convento ed a rifugiarsi a Ferrara nel monastero di S. Benedetto, fondato appositamente per accoglierli. Nel 1654 l’Abbazia di Pomposa divenne una parrocchia della diocesi di Comacchio e dal 1802 fu utilizzata come fattoria dai Conti Guiccioli di Ravenna. Dopo l’unità d’Italia la proprietà di Pomposa passò allo Stato, che ne avviò un sistematico restauro. La Chiesa, consacrata a S. Maria, fu costruita tra il 751 e l’874 ed assume oggi un singolare risalto: presenta infatti cripta e presbiterio sopraelevati ed ospita, al suo interno, sedici colonne provenienti da antichi edifici romani e bizantini che dividono le navate della basilica. Le ultime due campate e l’atrio risalgono invece ai secoli X e XI. All’interno della Chiesa è possibile ammirare, sulle pareti della navata centrale coperta da travature in legno, affreschi risalenti alla scuola bolognese trecentesca che presentano scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, nella fascia superiore, ed immagini dell’Apocalisse e del Giudizio Universale in quella inferiore. Nella volta absidale è affrescato il “Cristo in gloria”, mentre attorno all’altare è possibile notare frammenti di mosaici pavimentali, risalenti al VI secolo, collocati originariamente in una precedente basilica ravennate. L’atrio che precede la Chiesa presenta eleganti fregi in cotto, oculi grandi e piccoli variamente decorati, rilievi in pietra e bacini ceramici, questi ultimi ripristinati. Accanto alla Chiesa si erge il Campanile, risalente al 1063 e alto 48 metri, di forme lombarde, con pianta quadrata e caratterizzato da nove ordini recanti finestre a una, due, tre e quattro luci fino alla cuspide conica del tetto. Nell’antico dormitorio del monastero è allestito il Museo Pomposiano, che si compone di pezzi provenienti dai restauri effettuati sulla Chiesa. Di interesse artistico sono, inoltre, i pilastri angolari del cortile del monastero, risalenti al vecchio chiostro, gli affreschi di scuola giottesca della Sala Capitolare e quelli trecenteschi di maestri riminesi del Refettorio. Infine, costruito di fronte alla Chiesa dopo il 1000 e profondamente modificato nel 1300, il Palazzo della Ragione era il luogo dove gli abati di Pomposa amministravano la giustizia sui territori di loro giurisdizione. L’edificio è in mattoni, ha pianta rettangolare e tetto a due falde, il fronte principale a due logge, una al piano terreno a l’altra al superiore, con colonnine originarie in marmo bianco e capitello bizantino. Nelle vicinanze del complesso abbaziale insiste un ponte in laterizio a grandi arcate, costruito nel 1925, quando iniziarono i restauri dell’Abbazia, secondo la tradizione romana per rispetto al contesto architettonico. In questo luogo esisteva un precedente ponte, edificato dagli Estensi durante la Grande Bonificazione (XVI secolo), su cui transitava l’antica Via Romea e sotto il quale scorreva il Canale Galvano prima di giungere alla Chiavica di Volano, poi sostituita da quella dell’Agrifoglio. Di fronte all’Abbazia si trova un fabbricato, un tempo casino signorile, poi adibito a scuola elementare e che ora, ristrutturato, ospita un Ufficio Informazioni Turistiche. Pianta del complesso dell’Abbazia di Pomposa
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