Per
comprendere l’assetto attuale del territorio nord-orientale della provincia di
Ferrara, all’interno del quale si trova la
Stazione n. 1 Volano-Mesola-Goro del
Parco Regionale del Delta del Po, è necessario
riferirsi alle vicissitudini storiche e geomorfologiche che hanno interessato
tutto il territorio padano orientale ed, in particolare, il
Delta storico del
fiume Po. La
morfologia complessiva del Delta padano è fondamentalmente di natura
sedimentaria. In condizioni naturali durante le piccole alluvioni, tipiche dei
periodi piovosi, il fiume deposita i propri sedimenti sull’alveo, sugli
argini e
in prossimità di essi diventando, nel corso del tempo,
pensile rispetto
all’ambiente circostante. Solo in caso di straripamenti più consistenti i
sedimenti vengono depositati anche in zone più distanti dal fiume.
L’innalzamento del suolo, conseguenza del deposito di sedimenti, è contrastato
dalla subsidenza, che per effetto dello schiacciamento degli strati sedimentari
al di sotto del loro stesso peso provoca l’abbassamento del territorio. In
generale, le aree vicine al fiume sono più elevate rispetto a quelle
interfluviali; come conseguenza di questa situazione, in caso di alluvioni
particolarmente violente il fiume defluisce nelle aree depresse e individua un
nuovo alveo ricominciando il processo di pensilizzazione. In tal modo, col
passare dei millenni, i sedimenti si distribuiscono sul territorio e i fiumi,
assieme agli ambienti vallivi, cambiano la loro disposizione geografica. Caratteristica degli ambienti costieri della bassa pianura è la presenza di cordoni litoranei: l’azione dei venti che soffiano dal mare causa lo spostamento della sabbia, che accumulandosi crea cordoni dunosi paralleli all’andamento della costa non lontano dalla battigia. Al tempo stesso l’apporto di sedimenti che i fiumi depositano in mare causa un lento avanzamento della linea di costa, e quindi la formazione di nuovi cordoni litoranei. Nascono quindi serie di cordoni dunosi che procedono, spazialmente e cronologicamente, dall’entroterra verso il mare, in vicinanza del quale troveremo quelli di più recente formazione.
L’avanzamento della foce del ramo di Goro determinò la
formazione di due lagune: a nord la Sacca di Goro e a sud la Sacca dell’Abate
(attuale Sacca di Goro). Con modalità simili si sarebbero formate le
valli salmastre presenti presso la foce del Po di Volano (fra cui, ad esempio,
l’attuale Valle Bertuzzi). Esse rappresentano, infatti, il residuo di antiche
lagune costiere separate dal mare da cordoni dunosi deposti in conseguenza
dell’avanzamento della linea di costa; gli attuali lunghi dossi (ad es., il
Dosso Bertuzzi nella Valle omonima) che emergono, parallelamente alla costa,
all’interno delle valli testimoniano la presenza di antiche dune litorali oggi
livellate dalla secolare azione degli agenti atmosferici. Nel periodo tra il 1566 e il 1580, per prosciugare la grande area paludosa che si era formata tra Copparo, Codigoro e Mesola (Polesine di Ferrara o di San Giovanni) e fornire terreni all’agricoltura, gli Estensi attuarono il progetto di bonifica noto come Grande Bonificazione Estense. La Bonificazione fu effettuata con il metodo dello scolo, tecnica mediante la quale le acque paludose vengono fatte defluire in fossi, canali e collettori emissari e portate verso il mare. Per consentire il deflusso a mare delle acque di scolo, come opere principali furono scavati i Canali Bentivoglio e Alfonso (prosecuzione del preesistente Canal Bianco) e costruite la Chiavica dell’Abate e quella di Volano.
All’inizio del Settecento la foce del Po di Goro iniziò il proprio interramento
e, contemporaneamente, si ebbe la formazione di una nuova foce ad ovest del
paese omonimo. Quest’ultima, non essendo sufficientemente profonda per essere
navigata, venne chiusa (“Po Morto” di Goro) e il ramo vecchio del fiume venne
rimesso in funzione, causando un’ulteriore avanzamento della linea di costa in
direzione sud-est. Questa situazione determinò l’allungamento del tratto
terminale del Canal Bianco e, per migliorare il deflusso di quest’ultimo, nel
XVIII secolo fu costruita Torre Palù. Il continuo apporto sedimentario provocò
un ulteriore avanzamento della linea di costa che portò, ai primi
dell’Ottocento, la foce del Po di Goro all’altezza dell’attuale
Gorino e, alla
metà del secolo successivo, fece raggiungere la posizione odierna, quando si
delineò la morfologia attuale della Sacca di Goro. Nel corso del Novecento si assistette ad un numero considerevole di interventi di bonifica: tra il 1949 e il 1960 vennero bonificate le Valli Romanina, Paluetta e Pioppa (tra Goro e il Bosco della Mesola), Valle Vallesina (a Gorino) e Valle Bonello (a sud di Goro). Nel 1969, presso il Bosco della Mesola, avvenne il tanto discusso prosciugamento di Valle Falce, l’ultimo compiuto nel territorio ferrarese.
La subsidenza
Con il termine subsidenza si intende il progressivo abbassamento del terreno, dovuto a fattori di origine naturale o artificiale, questi ultimi riconducibili ad attività antropiche.
La subsidenza naturale viene identificata
come un processo generale che ha determinato l’evoluzione millenaria del
territorio padano orientale. Essa è provocata non solo dallo spontaneo
costipamento (diminuzione di volume) dei sedimenti incoerenti (specialmente
limi, argille e torbe) causato dal peso di quelli sovrastanti, ma anche dai
movimenti del substrato roccioso. La subsidenza naturale ha avuto
l’effetto, nel bacino padano, di produrre lo sprofondamento di grandi quantità
di materiali, di pari passo con l’avvenimento della sedimentazione, fino alla
formazione di depositi di migliaia di metri di spessore. Da non dimenticare,
sempre come conseguenza della subsidenza, l’allagamento, da parte di acque
provenienti dal mare, di territori emersi con la formazione di
stagni costieri e lagune (ad esempio, Valli di Comacchio). Fenomeni di subsidenza, anche di notevole entità, sono da attribuire all’intervento dell’uomo, si parla allora di subsidenza artificiale: si tratta quasi sempre di cedimenti estesi della superficie del terreno dovuti soprattutto all’estrazione di sostanze fluide o solide dal sottosuolo, ma può trattarsi anche dell’abbassamento dovuto al costipamento di strati compressibili sotto l’azione di carichi forti ed estesi. La subsidenza artificiale ha avuto, nella Padania orientale, effetti notevoli: abbassamenti permanenti della superficie freatica, provocati dalla bonifica dei terreni palustri oppure, in generale, da interventi connessi all’agricoltura; fenomeni di alterazione chimica delle acque sotterranee e in particolare di quelle freatiche. I processi di erosione marina combinati con la subsidenza artificiale e con la crisi sedimentaria fluviale 2 hanno quasi completamente arrestato, negli ultimi quarant’anni, l’accrescimento del Delta del Po.
1 Il Castrum Ferrariae, primo nucleo storico della città di Ferrara, nasce lungo il corso principale del Po, nel punto in cui si formavano il ramo di Primaro e quello di Volano. |