C’è una specie di felicità là fuori, in quelle linee di terra che vanno dovunque senza ondulazioni. Sono così piatte che mi pare d’essere in un punto sopraelevato solo perché il viottolo è più alto di quindici centimetri rispetto ai campi. G. Celati, Verso la foce Il Canal Bianco è un canale utilizzato per il deflusso delle acque di bonifica, di cui si ha notizia fin dal 1287. In periodo estense, prima dell’inizio della Grande Bonificazione del 1566, il Canal Bianco scolava le Terre Alte del Polesine di Ferrara (Casaglia e Diamantina) nelle valli basse tra Copparo e Mesola. Durante la Grande Bonificazione Estense delle valli basse il Canal Bianco fu portato a mare, con la costruzione del prolungamento denominato Canale Alfonso che entrava, attraverso la muraglia, nella tenuta di Mesola per sfociare nel Po Morto dell’Abate, poco a est della Torre dell’Abate. Questo canale svolge ancora oggi importanti funzioni di bonifica; le sue acque, ricche di nutrienti, presentano una vegetazione poco diversificata, caratterizzata da specie galleggianti come la lenticchia d’acqua (Lemna sp.) e sommerse come il ceratofillo (Ceratophyllum demersum). Lungo gli argini prevalgono associazioni a canna di palude (Phragmites australis) e mazzasorda (Typha angustifolia), ma nei tratti con condizioni più naturali si trovano anche la mestolaccia (Alisma plantago-aquatica), la sagittaria (Sagittaria sagittifolia) e l’iris giallo (Iris pseudacorus). La fauna presente, abbastanza scarsa, è quella tipica dei corsi planiziali d’acqua dolce. |