Mesola e il suo territorio

Carta napoleonica del territorio di Mesola (1812-14) (PF)

Non fu duo miglia lungi alla marina,

che la bella città vide d’Alcina


L. Ariosto, Orlando Furioso, VI, 58

 

sopra la bella spiaggia, ove un castello

siede sul mar, de la possente Alcina.

Trovammo lei ch’uscita era di quello,

e stava sola in ripa alla marina;

e senza rete e senza amo traea

tutti li pesci al lito, che volea


L. Ariosto, Orlando Furioso, VI, 35

Il territorio di Mesola si trova nella parte nord-orientale della provincia di Ferrara, immediatamente a sud del Po di Goro. Le ipotesi di derivazione del nome Mesola sono svariate, ma la più attendibile sembra quella di media insula, cioè un’isola posta in posizione centrale rispetto ai due rami medioevali del Po di Ariano: il ramo di Goro e quello dell’Abate. L’area è emersa dal mare grazie alla deposizione dei sedimenti portati dai rami del Po a partire dal IX secolo a.C.; la sua porzione più antica è quella occidentale, di cui restano oggi le Dune Fossili di Massenzatica. L’abitato di Mesola sorge su un cordone sabbioso depositatosi a partire dal XII secolo d.C.

Castello della Mesola visto dal Po di Goro (P)Ritrovamenti archeologici, nella zona di Massenzatica e Monticelli, testimoniano la presenza dell’uomo già in epoca romana. Dal XIII secolo fino alla fine del XV secolo l’area fu di proprietà di alcune famiglie della comunità di Ariano (località ora situata in provincia di Rovigo). Nel 1490 Ercole I d’Este duca di Ferrara la acquistò e, probabilmente a partire dal 1578, Alfonso II d’Este vi iniziò la realizzazione della tenuta della Mesola, facendo edificare una cinta muraria e un castello. La bonifica delle zone paludose del mesolano avvenne durante la Grande Bonificazione Estense del XVI secolo, compiuta con il metodo dello scolo e della canalizzazione delle acque. Gli interventi proseguirono nel XVII secolo, allo scopo di ridurre le alluvioni, con opere di regimazione e arginatura dei canali e dei corsi fluviali.

Cantata dal Tasso per le sue bellezze naturali, la tenuta di Mesola rimase di proprietà degli Estensi come bene allodiale anche dopo il termine del Ducato di Ferrara avvenuto nel 1598. Nel 1771 Ercole III duca di Modena la diede in dote alla figlia Beatrice d’Este, sposa dell’arciduca Ferdinando d’Austria. Nel 1785, per la lontananza dalla sede imperiale, la Casa d’Austria  la cedette a Papa Pio VI e Mesola divenne patrimonio dello Stato Pontificio. Dopo ulteriori passaggi di proprietà, attualmente il territorio dell’antica tenuta appartiene a privati, mentre il Castello è del Comune di Mesola.

Mesola, il Po da ’lati e ’l mar a fronte,

e d’intorno le mura e dentro i boschi

e seggi ombrosi e foschi

fanno le tue bellezze altere e conte;

e sono opre d’Alfonso, e più non fece

mai la natura e l’arte e far non lece;

ma che la valle sembri un paradiso

la donna il fa che n’ha sembianti e viso


T. Tasso, Rime, n. 929