Pesca nelle valli salse

La pesca nelle valli salmastre costiere è un’attività di cui, nel Delta del Po, si ha notizia fin dall’epoca etrusca. Il sistema di pesca con casoni di valle e lavorieri rudimentali è attestato da documenti e ritrovamenti archeologici risalenti al ’600, poi tramandato e successivamente perfezionato a partire dall’800. Questo metodo di pesca sfrutta i movimenti migratori di massa delle specie che si riproducono in mare e maturano nelle acque interne: in primavera anguille, cefali, spigole e orate entrano in valle allo stadio di novellame, mentre in autunno gli adulti sessualmente maturi sono richiamati al mare dove si riprodurranno. La pesca avviene, quindi, in autunno durante la migrazione riproduttiva.

Disegno dell’anguilla (RE)La stagione lavorativa ha inizio a febbraio, quando si aprono le chiaviche per effettuare il ricambio dell’acqua salata delle valli e viene fatta la semina del pesce, in quanto l’entrata naturale del novellame dal mare è scarsa. In marzo vengono seminati gli individui giovani di anguille (Anguilla anguilla), delle diverse specie di cefali (Mugil cephalus, Chelon labrosus, Liza sp.), di orate (Sparus aurata) e di spigole (Dicentrarchus labrax). L’annata si conclude con la pesca vera e propria, che ha tradizionalmente inizio la prima domenica di ottobre e si protrae fino al termine della Quaresima. Con il primo maltempo, in concomitanza con la luna nuova (scuro di luna), il pesce sente il richiamo del mare ed entra nel colàuro del lavoriero. Il pesce bianco intrappolato nel lavoriero viene raccolto e portato al mercato, mentre le anguille sono conservate in acqua all’interno di grandi contenitori (bolaghe) per essere vendute vive nei momenti di maggiore richiesta, come nel periodo natalizio quando i grossisti napoletani vengono nel Delta a rifornirsi di capitone. In estate, con la chiusura delle chiaviche, l’imbocco delle valli viene bloccato e si riallestiscono i lavorieri per la nuova stagione.

Negli ultimi decenni, il peggioramento della qualità delle acque e delle condizioni ecologiche delle valli hanno determinato il crollo della produzione ittica, la cui economia è oggi più che mai incerta.
 

Il lavoriero
 

Il lavoriero dicevo è una specie di labirinto fatto di canne che sporgeranno sì e no di due palmi sul livello dell’acqua.

G. Ungaretti, Vita d’un uomo - viaggi e lezioni

Lavoriero tradizionale (CP)Il lavoriero è il manufatto fondamentale dell’attività di pesca nelle valli lagunari. Nel lavoriero tradizionale particolari incannicciate (grisole), infisse nel fondo lagunare e sostenute da un’intelaiatura di pali e pertiche, delimitano un perimetro cuneiforme nel quale una serie di bacini triangolari, come punte di freccia, comunicanti fra loro, consentono la cattura differenziata del pesce. Nel corso del tempo, dal lavoriero primitivo di canna si è passati a quello moderno in cemento e metallo, più facile e rapido da costruire.

In autunno, quando si instaurano le condizioni favorevoli alla pesca, l’acqua del mare viene fatta entrare in valle per mezzo dell’apertura delle chiaviche poste sui canali di comunicazione. L’istinto riproduttivo stimola gli individui sessualmente maturi delle valli a risalire, lungo canaletti interni detti covole, le correnti di acque marine affluenti, più calde e ossigenate di quelle vallive, per raggiungere il mare. Nella sua migrazione il pesce s’imbatte nei lavorieri allestiti nelle stazioni di pesca e, attraverso le aperture A e B del botteghino, passa nel colaùro vero. Il pesce bianco (cefali, orate, spigole) e le anguille s’introducono, attraverso la bocca di cento, nella baldresca. Le anguille, grazie all’assenza delle scaglie, incuneandosi per la coda riescono ad attraversare il fitto cannicciato (grisole) della baldresca, giungendo nella cogolara e, successivamente, attraverso le aperture C arriva nelle otele: Qui il cannicciato del lavoriero, spesso fino a trenta centimetri, ne impedisce la fuga. La funzione del lavoriero, quindi, non è solo quella di intrappolare i grossi contingenti di pesci in migrazione, ma serve anche a separare il pesce bianco, che si ferma nella baldresca, dalle anguille raccolte nelle otele. 

Schema di un lavoriero tradizionale:

Schema di un lavoriero tradizionale (L)

Legenda:     1 - Botteghino
                  2 - Colaùro vero
                  3 - Bocca di cento
                  4 - Baldresca
                  5 - Cogolara
                  6 - Otele

 

 

Modalità di visita

Presso il complesso di Valle Bertuzzi, in località Casone Valle Nuova, è possibile osservare un esempio funzionante di lavoriero; nella vicina Valle di Canneviè-Porticino, presso il Casone di Canneviè, si trova un esempio di lavoriero non funzionante.