Il leccio (Quercus ilex) Albero o cespuglio sempreverde della famiglia Fagacee. Le foglie sono coriacee (sclerofilla) e dentate ai lati, di colore verde scuro sulla pagina superiore, i frutti sono delle ghiande, che in antichità venivano messe sotto il cuscino delle ragazze per scoprire chi avrebbero sposato. Specie xerofila tipica di suoli aridi, da noi presenti soprattutto sulla sommità di dune consolidate; se tagliato, forma polloni e tende quindi a costituire boschi a ceppaia. Nella Stazione n. 1 del Parco è principalmente presente nel Bosco della Mesola, nel Bosco di Santa Giustina e nel Bosco Spada; residui di macchie boscate a leccio si osservano anche sui dossi interni di Valle Bertuzzi. È anche molto diffuso nel sottobosco delle Pinete del Parco, dove in alcuni punti sta soppiantando i pini. Il carpino bianco (Carpinus betulus) Albero caducifoglio della famiglia Corilacee. Possiede tronco grigio e liscio, foglie ovali od obovate, appuntite e doppiamente seghettate, i fiori sono raggruppati in amenti penduli e i frutti sono piccole noci. Pianta di alto fusto (raggiunge anche 25 m di altezza), con chioma rotondeggiante e rami ascendenti che viene, però, spesso ceduato formando capitozzi ramosi. È una specie mesofila che predilige ambienti moderatamente rilevati rispetto alla falda acquifera. Nella Stazione n. 1 del Parco si trova solamente nel Bosco della Mesola e nel Bosco di Santa Giustina. Il frassino meridionale (Fraxinus oxycarpa) Albero caducifoglio appartenente alla famiglia Oleacee. Presenta un tronco nodoso e fessurato verticalmente, foglie composte e costituite da foglioline lanceolate, glabre sulla pagina inferiore o pelose alla base della nervatura mediana, le gemme sono bruno chiare o rossicce e il frutto è una samara. È una specie igrofila tipica di suoli umidi di acqua dolce con falda emergente. Nella Stazione n. 1 del Parco è frequente nel Bosco della Mesola (Bassa dei Frassini e Balanzetta) e si trova, anche, nel Bosco di Santa Giustina. Il cervo della Mesola (Cervus elaphus) Grosso mammifero della famiglia Cervidi, tipico delle aree boschive decidue dell’Europa e dell’Asia. In Italia, nel XIX secolo, il cervo era virtualmente estinto, fatta eccezione per le popolazioni sarde e del Bosco della Mesola. Le altre popolazioni, attualmente allo stato selvatico, presenti nel nostro paese sono il risultato di ricolonizzazioni spontanee e reintroduzioni da nazioni confinanti. Rispetto alle popolazioni centro-europee il cervo della Mesola, nucleo oggi costituito da un centinaio di individui, presenta dimensioni inferiori e minor ramificazione dei palchi. Questa diversità morfologica e la mancanza di documenti storici che attestano una sua eventuale introduzione (cosa invece accertata per il daino), sono state messe in relazione ad una ipotetica autoctonia della popolazione mesolana di cervi. Recenti studi sul DNA mitocondriale hanno evidenziato una notevole singolarità genetica, è però ancora da dimostrare se tale peculiarità sia dovuta alle ridotte dimensioni della popolazione (a cui corrisponde un alto tasso di consanguineità) o ad un reale endemismo. Inoltre, la limitata superficie del Boscone e la maggiore adattabilità ecologica del daino, ivi presente, hanno favorito quest’ultimo rispetto al cervo. Il daino è, infatti, più numeroso (circa 600 individui), ne consegue un alto tasso di competizione interspecifica a danno del cervo. La ridotta popolazione, la scarsa natalità e l’eccessiva presenza di daini, dunque, fanno del cervo della Mesola un nucleo particolarmente fragile che necessita della massima protezione. Per le abitudini crepuscolari, il cervo non si osserva con facilità ma è possibile riconoscerne la presenza, soprattutto in autunno, quando i maschi in amore emettono i caratteristici bramiti. Con i primi geli invernali prolunga l’attività di pascolo, facendosi osservare anche in pieno giorno. Nel Bosco della Mesola l’avvistamento dei cervi è comunque raro, essendo la maggior parte degli esemplari confinata nell’Elciola, area non accessibile al pubblico. Il tasso (Meles meles) Mammifero della famiglia Mustelidi che predilige zone boscate e pascoli aperti. Si caratterizza per la corporatura tarchiata e il colore grigiastro del pelo; presenta due strisce longitudinali nere lungo i lati della testa bianca. Si nutre di vegetali, invertebrati e piccoli vertebrati. I tassi vivono in piccoli gruppi familiari, sono animali prevalentemente notturni, con comportamento molto elusivo e per questo di difficile osservazione. Nella Stazione n. 1 del Parco è presente nel Bosco della Mesola, nelle Pinete e nelle Dune Fossili di Massenzatica. L’allocco (Strix aluco) Rapace strettamente notturno, tipico frequentatore delle aree boscate, questo uccello appartiene alla famiglia Strigidi. Il capo è voluminoso e tondeggiante, gli occhi sono neri e il piumaggio è screziato, mimetico, con macchie e striature tendenti al grigio-bruno o al rossiccio. L’alimentazione è costituita da insetti e roditori di piccole dimensioni. È una specie protetta, sostanzialmente sedentaria che, nella Stazione n. 1 del Parco, nidifica nel Bosco della Mesola dove è presente con una popolazione ad alta densità. |