Sacca di Goro

Pesci saltano fuori dall’acqua, due solitari aironi nello spazio luminoso pieno di riflessi rossastri.

G. Celati, Verso la foce

Veduta aerea della Sacca di Goro e dello Scanno di Goro, con la bocca lagunare sulla sinistra (P)La Sacca di Goro è una laguna, di circa 2.600 ettari di superficie, che si estende dalla foce del Po di Volano a quella del Po di Goro. A sud una barra di sabbia, detta Scanno di Goro, delimita il confine con il mare aperto, le cui acque entrano nella Sacca attraverso una bocca lagunare di 1.500 m compresa tra il lido di Volano e la punta dello Scanno. La sua origine risale agli ultimi due secoli ed è dovuta alla parziale occlusione di un tratto di mare aperto, come conseguenza dell’avanzamento delle due foci meridionali del Delta del Po (Goro e Gnocca o Donzella). Attualmente, la Sacca è caratterizzata da acque aperte nella porzione centrale e da zone a canneto nella porzione più orientale (Valli di Gorino). I fondali sono poco profondi, mediamente di 60-70 cm e con massimi mai superiori a 2 m, formati da sedimenti fini e melmosi, che si fanno sabbiosi dove le correnti sono più forti. Le acque, mediamente di tenore salmastro, hanno salinità variabile a causa degli apporti di acqua dolce dal Po di Goro, dal Po di Volano e dal Canal Bianco, che si mescola  all’acqua salata proveniente dal mare.

L’area rappresenta una delle maggiori zone umide della regione, molto significativa da un punto di vista naturalistico e ambientale, in quanto residua di una tipologia lagunare costiera diffusissima prima delle grandi bonifiche perpetuate negli ultimi 150 anni. Dal 1981 la Sacca di Goro è riconosciuta, nell’ambito della Convenzione di Ramsar, come zona umida di importanza internazionale per l’avifauna acquatica. Inoltre, la zona più orientale della Sacca, nota come Valli di Gorino, assieme allo Scanno di Goro è una Riserva Naturale dello Stato.

All’interno della Sacca si trova una vegetazione sommersa costituita da popolamenti algali di ulva (Ulva rigida) e gracilaria (Gracilaria verucosa). Molto diffuso è il canneto a canna di palude (Phragmites australis), riscontrabile in acque sia dolci che debolmente salmastre, particolarmente diffuso nelle Valli di Gorino dove forma popolamenti monospecifici. Verso i bordi degli specchi d’acqua si insediano, a seconda delle condizioni presenti nelle diverse aree, le associazioni vegetali alofile tipiche degli ambienti deltizi: dove l’acqua è poco profonda domina la salicornia veneta (Salicornia veneta), specie annuale endemica dell’Alto Adriatico, mentre in condizioni di maggior emersione si trovano il limonio (Limonium serotinum), il gramignone marittimo (Puccinelia palustris) e l’astro marino (Aster tripolium).

Svasso maggiore (Podiceps cristatus) (CP)Nei bassi fondali della Sacca sono presenti numerose specie di vermi marini (policheti), molluschi e pesci tipici delle acque costiere e lagunari, tra cui citiamo il cefalo (Mugil cephalus), l’acquadella (Atherina boyeri) e la passera (Platichthis flesus). La Sacca ospita, inoltre, numerosissime specie di uccelli appartenenti a vari gruppi, quali svassi (v. fotografia), aironi, anatre, gabbiani, sterne, cormorani e limicoli. Fra i mammiferi, degna di nota è la notevole concentrazione di nutrie (Myocastor coypus), specie alloctona originaria del Sud America e attualmente infestante nelle lente acque deltizie. 

Modalità di visita

Le escursioni guidate per grandi gruppi, sia alla Sacca che agli allevamenti dei molluschi, possono essere svolte su motonavi con imbarco da Gorino Ferrarese e Goro. Per visite più approfondite all’interno dei canneti delle Valli di Gorino, a causa dell’acqua poco profonda, sono necessarie piccole imbarcazioni o canoe.